martedì 16 febbraio 2016

Questo 2013 che non vuole finire (Le Canzoni Che Sto Ascoltando 16/02/2016)


La Signorina RAD

Non posso fare a meno di iniziare con la più sorprendente e curiosa scoperta di questo mese: l'album Loud & Fast dei RAD. Hardcore americano basico, ma talmente basico che davvero potrebbero essere accusati di plagio se non avessero come bonus il carisma e l'esplosività della frontman Lory Gilpatric. E questo album di esordio è composto 20 tracce. E qui so che già volete fare un passo indietero. E INVECE NO! Perchè se andate su youtube e li cercate troverete solo un video di 10 minuti. Ecco, quello è tutto l'album! Ecco, tracce di massimo 45 secondi. Figata.
Link INTERO Album: https://www.youtube.com/watch?v=mlrOUr50bkA

Dopo l'antipasto, si parte da un album molto celebrato, talmente tanto da finire ai(l) primi posti di un numero spropositato di classifiche di fine anno (nel 2013, naturally). Non so quanto a ragione (perché ricordiamoci che le classifiche di fine anno sono redatte quasi sempre da più persone, quindi sono una mediazione, un equilibrio tra varie anime e quindi una singola persona è improbabile che stili una classifica simile) ma bello, l'album è bello. E anche importante nel suo centrare una fascia fino al momento della sua uscita quasi inedita: il maindiestream.
Ovvero, a cosa serve fare una cosa che accontenti un solo gruppo di persone quando ai i mezzi per accontanre tutti (o viceversa, però)?
Modern Vampires Of The City dei Vampire Weekend questo fa, accontenta tutti con il rischio di non accontentare nessuno fino in fondo (e quindi si ritorna al fatto che è stato perfetto da posizionare in numerose classifiche di fine anno).
Tutto suona troppo normale in questo album, tutto abbottonato, tutto pulitino. Ma con suoni, battiti che difficilmente vi ritroverete in un album pop mainstream vero e proprio.
Ma basta con le premesse. L'album è bello, le canzoni ci sono, Ezsa ormai ha una voce totalmente a suo agio da farla spadroneggiare nel disco.
Il tribalismo del passato è quasi scomparso (appaiano in Everlasting Arms e sottoforma di rock'n'roll nella scatenata Diane Young) lasciando spazio ai gruppi base del rock più (pop)olare: beatles (ecco, gli inserti di classica, al di fuori del piano, sono solo quello che ha fatto Mc Cartney in Penny Lane ma sparsi su un intero disco) e Beach Boys (cosa non si fa nella meravigliosa Ya Hey, a livello di voci?) per dire solo le basi che il resto vien da sè.
Insomma, un bel album che difficilmente non piace e che chi ci aveva lavorato sapeva che difficilmente non sarebbe piaciuto.
Link Album: https://open.spotify.com/album/2Qi2SySN2ePZwMLDSv9Krn

Un altro album della madonna è sicuramente The Argument di Grant Hart.
Album che spaventa nelle premesse (20 brani?! 1 ora e mezzo?! Ispirato al Paradiso Perduto di Milton?! Ma che ho fatto di male?!) ma diverte nei fatti (un pò come Il Cigno nero di Darren Aronofsky).
Diverte perché ci si scorda quanto negli Husker Du ci tenevano alla melodia (aaa... quanto soni pop e alla stesso tempo huskediane l'inziale Morningstar e Glorius?) e che comunque il mattone sarebbe dovuto durare un'oretta in più, quindi sarebbe stato parecchio, parecchio peggio.
Che poi non so cosa sarebbe il parecchio peggio di un ascolto per me imprescindibile (di quelli che ci ricorderemo negli anni) non saprei.
Vabbè, comunque album bellissimo vario (si passa dal blues di Sin al saluto ai Pixies di So far From Heaven) ma coeso, a tratti rabbioso ed oscuro (gli ultimi PIL in I Am Death) ma completamente spurio da sonorità hard, pieno di canzoni stupende (ma quanto sono potenti e fragili allo stesso tempo I Will Never See My Home e Is The Sky The Limit?!) e personale, visto che Grant suona tutto da solo dalla chitarra dalla tastiera di Shine, Shine, Shine all'ukulele di Underneath The Apple Tree .
Qualche brano per ricordarci che è un concept album c'è (il marasma primordiale di War In Heaven è anche interessante ma già The Argument risulta noiosella..) ma sono brani con cui ti prendi volentieri una tra una canzone meravigliosa e l'altra. 
E cmq arrivati in fondo: che fate, vi perderete il folk di For Those Too High Aspiring
Ma siete pazzi?
Link Album: https://open.spotify.com/album/6SZVIBmQ8VPpYaLplRCEVo

E anche Vinicio Capossela fa il colpo grosso come produttore nell'esordio della Banda Della Posta, Primo Ballo gruppo dell'Irpinia di vecchi suonatori della musica più popolare della zona. Musica strumentale, per matrimoni (anche se negli ultimi anni soppiantati dal piano bar o dal liscio).
Che dire, grazie a Capossela viene fuori un pezzo della nostra cultura che chissà se l'avremmo altrimenti perduto (mica in italia la nostra musica popolare è rispettata come in altre zone del mondo, maledetti noi), quindi non possiamo fare a meno di ringraziarlo.
E' musica divertente da ballo, dove si passa dal liscio a sapori arabeschi nel giro di pochi secondi ma che rimane perfetta, collaudata negli anni, com'è .
20 tracce, 1 ora di musica che sembra che si possa bere da quanto è buona e scorrevole.
Link Album: https://open.spotify.com/album/2zjRCJYAxyJEonIaY8Gz3g

Belli quei mixtape che ci ricordano che l'house ormai ci accompagna da più di trent'anni. Che, suona brutto dirlo, ce n'è ancora bisogno. Uno che fa questo a modino è Kern Vol. 2 di Dj Hell. Pezzi che si ribalzano dagli inzi '90 fino ad oggi con qualche rielaborazione del nostro. Ripeto, che segue house da sempre troverà qualche doppione ma anche qualche chicche non note ai più ma è un ripasso che si fa volentieri e l'oscuro dei giorni d'oggi (la lezione dupstep ha infettato ogni genere, ormai) con l'immediatezza del passato non stonano mai, ma anche denotano un percorso di crescita (e di istituzionalizzazione) del genere che appare naturale e quasi obbligatorio.
 Link Album: https://open.spotify.com/album/6UgqdoHoCseShyxfT9cnlm

Che piacevole sorpresa il seconda album dei Crash of Rhinos, Knots. E, ammetto , non tanto per la bontà in sè dell'ascolto, quanto per quella vecchia storia di ascoltare un esordio, sentirne le cose buone che la band può portare e ritrovarsi se quelle attese sono state soddisfatte. Ecco, Knots in verità io l'ho sentito come un passo indietro, un omologarsi rispetto ad una certa novità degli esordio, Distal del 2001 dove rimanendo comunque emo core riuscivano a creare trame sonore post-rock circolari e quindi risultare un minimo originale. Qui le trame sono molto più banali, una forma canzone parecchio classica che appiattisce il tutto (e anche il suono uniforme non aiuta..). I primi due brani non sono per niente male anche solo per fare haedbanging poi tutto l'album è un alto e basso continuo, per un complesso abbastanza dimenticabile.. facendo così si sono avvicinati un sacco ad assomigliare ai Japandroids che però li pasteggiano come scrittura delle canzoni. Quindi, incredibile a dirsi, minori seppur più bravi di alcuni maggiori a cui si ispirano. Peccato...
Link Album: https://open.spotify.com/album/6duKJ9wdwnL2yptBemBqui

Consiglio caldamente un album di un genere in cui io c'entro davvero poco: il black metal. C'entro poco ma Summon The Faithless dei Lord Dying mi è piaciuto veramente tanto. magari proprio per il suo essere semplicemente molto piacevole  e non veramente bello. Si perchè oltre i suoni pesanti di queste canzoni si percepisce un intento di piacere ad una platea più grande dei metallari duri e puri, ma una grande attenzione al cantato e alla scrittura (con l'unica eccezione di Pervese Osmosis, lo stereotipo di una canzone metal cafona e pesante a prescindere; nà schifezza, insomma). Oh, magari ne escano 100 di album così all'anno e mille più belli del solito genere ma ha me mi hanno compito veramente.

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